Report della Presentazione del libro “Il desiderio che ama il lutto”. A cura di Mara Siragusa.

Venerdi 6 Aprile 2018

“Il desiderio che ama il lutto”– Libreria Feltrinelli di Messina

 

Venerdi 6 Aprile, alla libreria Feltrinelli di Messina, si è svolto l’incontro con Sarantis Thanopulos, Psichiatra, Psicoanalista, Membro Ordinario con funzioni di Training della Società Psicoanalitica Italiana.

L’occasione è stata la presentazione del suo libro “Il desiderio che ama il lutto”, Quolibet Studio.

L’atmosfera accogliente e calorosa in cui si è svolto l’incontro, nella libreria affollatissima, ha fatto percepire l’interesse e l’attenzione per uno psicoanalista che ha più volte, nel corso degli anni, dato un contributo arricchente e stimolante in vari convegni nella nostra città.

Massimo Cacciola, Psicoanalista S.P.I. ha presentato Thanopulos, sottolineando, oltre alle sue importanti attività istituzionali, anche la sua collaborazione alla rubrica settimanale “Le verita nascoste”, sul Manifesto. L’interesse di Thanopulos per la cultura, la società, i fenomeni di attualità, rendono vivo il pensiero psicoanalitico che si interroga, che cerca il senso di quello che accade intorno a noi.

“…come nel mare di Scilla e Cariddi pericola sempre il nocchiero, così nel sapere, tra le varie difficoltà e controversie, pericola lo studioso”. E’ in questo modo che l’Abate Carlo Vitali, primo segretario dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, spiega il significato dei Pericolanti, frase che Cacciola ha utilizzato per definire la particolarità di Thanopulos di fare da nocchiere in mari di complessità. Ha così introdotto il libro “Il desiderio che ama il lutto”, sottolineando la differenza tra bisogno e desiderio, introducendo il concetto di identificazione isterica che nelle parole dell’autore trovano ampio spazio nel libro.

Caterina Pastura, redattrice di Edizioni Mesogea, ha poi raccontato le impressioni del libro di Thanopulos con sensibilità e competenza.

A partire dal termine desiderio, Caterina Pastura ha evidenziato l’eco della tragedia greca che ha percepito nelle pagine di Thanopulos. Ha sottolineato l’importanza dell’azzardo, del rischio di confrontarsi con tematiche non semplicissime, ma che portano a misurarsi con cose che non si conoscono, definendolo un libro che “chiarisce e complica”. Molto interessanti gli interrogativi che Caterina Pastura ha sollevato rispetto al lutto, al rapporto con l’alterità, e al confronto con autori come Barthes, Derrida, Goethe.

Thanopulos, mantenendo un clima dialogante e in continuità con gli interventi che lo hanno preceduto ha cominciato il suo intervento facendo riferimento a “La recherche du temp perdu” di Proust e “Addio mia amata” di Chandler.

Ha ampiamente illustrato la sua idea di desiderio: “ Il desiderio sbilancia, trasforma. Il desiderio contempla il rischio, ama l’imprevedibilità, la sorpresa. Il bisogno ama il calcolo, non si interessa dell’altro, che diventa solo strumentale. Il desiderio cerca la tensione. Il desiderio è sensuale. La sua sensualità sorregge l’immaginazione, il simbolo e la scena onirica. Dove il soggetto spinto dalla pulsione incontra la differenza nasce il desiderio. Il desiderio cerca la differenza, vive nella differenza. La differenza, peraltro, non esiste senza desiderio. Il desiderio nella sua forma vera e propria è fondato sulla differenza dell’oggetto desiderato e, contemporaneamente, sulla sua accessibilità e sulla sua omogeneità al soggetto desiderante (il suo essere della stessa materia). Il desiderio che asseconda, struggendosi, il lutto, è passione interiore che subisce l’attrazione dell’oggetto distaccato da sé, sentimento doloroso e, al tempo stesso, avvincente, che pre-sente, intuisce la sensualità e la cerca in uno stato misto di inquietudine e di aspettativa, che lo apre alla vita…

Thanopulos, ha affrontato il tema della morte, l’esperienza che possiamo fare della morte, attraverso la morte dell’altro. Ha accennato alla morte psichica, alla tragedia greca con la sua funzione catartica, dove compassione e terrore muovevano gli spettatori.

Nel dibattito che ha fatto seguito, arricchito dalle considerazioni attente del pubblico, si è parlato, tra le tante cose, del lavoro del lutto e del “coltivare il lutto”.

Thanopulos ha proposto una riflessione tra “chi non desidera qualcuno” e tra “chi non è desiderante”.

Si è accennato al rapporto tra desiderio e fantasia, e naturalmente, al sogno. L’incontro si è concluso con il “desiderio” di tornare ancora a pensare e conversare insieme.

Mara Siragusa