via Nunzio Morello 40
Palermo
Sabato 27 marzo 2021 alle ore 10,30 la Prof.ssa Francesca Piazza presenterà, al Centro di Psicoanalisi di Palermo Francesco Corrao, la relazione dal titolo:
Parola, corpo, emozione
Francesca Piazza è docente di Filosofia e Teoria dei linguaggi presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo (di cui, al momento, è anche Direttrice). Dal 2016 è Presidente della Società di Filosofia del Linguaggio. La sua ricerca riguarda principalmente la retorica e la pragmatica linguistica, con particolare attenzione per la cultura greca antica e per la filosofia aristotelica. Al momento il suo interesse è focalizzato soprattutto sul rapporto tra linguaggio e violenza, tema su cui ha da poco pubblicato un volume dal titolo La parola e la Spada. Linguaggio e violenza attraverso l’Iliade (Il Mulino, 2019). Tra i suoi libri: Linguaggio, persuasione e Verità. La retorica nel Novecento, Roma, Carocci, 2004; La Retorica di Aristotele. Introduzione alla lettura, Roma, Carocci, 2008.
Parola, corpo, emozioni
Il seminario si articolerà nei seguenti passaggi:
1. Critica dell’idea che il linguaggio sia:
a) un sistema formale autonomo;
b) un codice per la “trasmissione” di contenuti (cognitivi e/o affettivi);
c) una facoltà puramente intellettuale.
2. Esposizione di una idea di linguaggio (o meglio del parlare) come una modalità dell’azione umana radicata nel corpo e in continua interazione con l’ambiente esterno (sia naturale sia sociale). In estrema sintesi, è questa l’idea di linguaggio che emerge dall’enattivismo contemporaneo ma ha radici in (o almeno converge con) una certa tradizione filosofica di tipo “anti-cartesiano” (Aristotele, almeno in una certa lettura, Spinoza e la fenomenologia del XX sec, per citare solo gli esempi più significativi).
3. Con questa diversa idea di linguaggio, diventa possibile guardare in modo nuovo (e più proficuo) alla questione del rapporto tra linguaggio ed emozione, superando una concezione meramente “espressivista”, secondo cui l’emozione sarebbe un “contenuto interno” che la parola può solo “esprimere” nel senso di “mettere fuori” e approdando invece ad una concezione “enattiva” che vede parola ed emozione in una relazione di reciproca interazione (e non piuttosto come contenitore/contenuto). Quanto affermato significa sia che la parola non si limita ad esprimere/comunicare le emozioni ma contribuisce a formarle, sia che le emozioni contribuiscono a formare (meglio: a dare vita) alle nostre parole.
4. Su questo sfondo, diventa meno misterioso il potere delle parole, tanto quello di curare, quanto quello di ferire. È solo perché si radica nella nostra corporeità e affettività (ed è pertanto anche in grado di modificarle) che la parola ha questo straordinario potere